martedì 27 maggio 2008

City Sneakers (does it really matter?)

Cosa c' entra una scarpa da ginnastica con l'ambito di questa ricerca? Apparentemente poco. Nella sostanza molto di più. La serie ADICOLOR dell' Adidas lanciata sul mercato all' ISPO Trade Fair di Monaco nel 1983 era caratterizzata da un'innovativo approccio di mercato. Le scarpe (ed altri indumenti della serie) nella confezione erano rigorosamente bianche e prive di qualsia decorazione. Ma "compresi nel prezzo" l'Adidas forniva una serie di markerpens multicolore, specifici ed indelebili. Per la prima volta la grande produzione in serie si confrontava "attivamente" con l'imprevisto, l'unicità, l' UNPREDICTABLE.

A distanza di oltre vent'anni ADICOLOR è tornato nei cataloghi dell'Adidas ed, ancora una volta, con una "brezza" di novità (...forse una ventata potrebbe essere eccesivo).
Invece di rivolgere la proprio campagna pubblicitaria stereotipati testimonials dell'universo sportivo o magari dello "showbiz", Adicolor si è rivolta a "unconventional artists" e personaggi creativi meno noti (ad esempio Roger Hargreaves, il creatore di Mr. Happy). Attraverso la loro collaborazione (...oramai apparirà ovvio ai più..) Adicolor ha incluso nel nuovo catalogo una serie limitata di "ARTSNEAKERS" (il neologismo è originale e me ne assumo ogni colpa) .
Non solo.
Appariva ormai scontato che in questa reazione a catena, dettata da un'anarchico brandmarketing, non avrebbe più avuto alcun senso utilizzare sistemi pubblicitari "tradizionali". Da qui, l'idea di lanciare ADICOLOR2006 prevalentemente attraverso la rete, grazie a filmati che somigliano più a brevi corti che a dei commercials.

La serie è stata un grandissimo successo di mercato
Vi allego alcuni filmati: buona visione!

Filippo


adidas adicolor Cey Adams


adidas adicolor Fafi


Montana adicolor feature

sabato 24 maggio 2008

SAMO e la città come tela...

Nella New York degli anni '80 SAMO, non ancora "trasformato" nell'affermato artista che tutti abbiamo conosciuto, amava ricordare che la città era la sua tela personale e che non aveva bisogno di null'altro che il suo "naturale habitat urbano" per esprimersi. Oggi vorrei che questo post potesse legare con un filo sottile quell'esperienza "pionieristica" alla realtà attuale della streetart. In una città dove finalmente si prende coscienza dell'attuale "imprevedibilità a scala urbana" c'è spazio anche per questo...

Buona Visione

Filo

P.S: Samo aka
Jean Michel Basquiat

Graffiti Research Lab L.A.S.E.R Tag



Laser Graffiti - Laser Tag with GRL Vienna

venerdì 23 maggio 2008

Il non luogo


Marc Augé definisce i nonluoghi in contrapposizione ai luoghi antropologici quindi tutti quegli spazi che hanno la prerogativa di non essere identitari, relazionali e storici. Fanno parte dei nonluoghi sia le strutture necessarie per la circolazione accelerata delle persone e dei beni (autostrade svincoli e aereoporti), sia i mezzi di trasporto, i grandi centri commerciali, i campi profughi, eccetera.

(www.wikipedia.org, SEARCH: nonluoghi)

E' quasi incalcolabile l'energia potenziale di questo neologismo fortemente contemporaneo. Chiunque abbia intrapreso "la via dell'architettura" si è dovuto confrontare, prima o poi, con la forza dirompente di questo "costrutto filosofico". Nell'approfondire la mia ricerca nell'ambito del seminario del Prof. Saggio anche io non posso sfuggire al mio destino. Eppure ho deciso di non affidarmi alla scrittura ma bensì al potere dell'immagine in movimento (almeno temporaneamente).

Buona Visione

Filippo

David Belle - Rush Hour ( 1:32 min, da notare l'immagine a 25 sec.)



Agosto 2005- Bike contest improvvisato nei pressi del Brooklyn bridge
(filmato amatoriale, 18 sec.)

GENERIC CITY - suggestioni per un seminario...













Sim City - Generic City


Prosegue la gestazione della mia ricerca personale sul tema CITTA' nell'ambito del seminario di Dottorato del Prof. Saggio dal titolo La Rivoluzione Informatica in Architettura
Uno sguardo critico
.

Questo brano è estratto dal testo di Rem Koolhaas Generic City. Come un piccolo frammento apparentemente slegato (almeno per ora) questa suggestione sarà una piccola tessera del mosaico che mano mano mi auguro di riuscire a ricomporre. Parlare di Città oggi non può prescindere dal parlare della città (con la "c" minuscola): finalmente e drammaticamente GENERICA.

The Generic City breaks with this destructive cycle of dependency: it is nothing but a reflection of present need and present ability. It is the city without history. It is big enough for everybody. It is easy. It does not need maintenance. If it gets too small it just expands. If it gets old it just self-destructs and renews. It is equally exciting — or unexciting — everywhere. It is "superficial" — like a Hollywood studio lot, it can produce a new identity every Monday morning.

The Generic City is what is left after large sections of urban life crossed over to cyberspace…The Generic City is fractal, an endless repetition of the same simple structural module: it is possible to reconstruct it from its smallest entity, a desktop computer, maybe even a diskette…

The Generic City is seriously multiracial, on average 8% black, 12% white, 27% Hispanic, 37% Chinese/Asian, 6% indeterminate, 10% other. Not only multiracial, also multicultural…

The great originality of the Generic City is simply to abandon what doesn't work — what has outlived its use — to break up the blacktop of idealism with the jackhammers of realism and to accept whatever grows in its place.

C.I.O.

Filippo

sabato 17 maggio 2008

Link al Blog del XXIII ciclo










Un brevissimo intervento solo per segnalare il link al Blog del XIII ciclo di Dottorato.
Questo spazio d'incontro è aperto a tutti coloro che vogliano collaborare segnalando news, eventi, spunti di discussione (quindi non fatevi ingannare dal titolo del Blog !)

A presto

Filippo

martedì 13 maggio 2008

Link

...è quello al blog del Prof A. Saggio

http://antoninosaggio.blogspot.com/


A presto

Filo

Città

Ho scelto di approfondire il tema della città per una sostanziale adesione all’analisi presentata nel libro. Ritengo questo capitolo significativo non solo per gli ambiti presentati (display – orologio, reti – catena, antizoning – zoning, driving forces – mono funzionalità, disegni –progetti re building nature – far west, complessità – linearità, in between – in front) ma anche per la metodologia posta in atto (la sinteticità ed il forza comunicativa del VS). Il mio obbiettivo sarà quello di indagare due ulteriori ambiti di relazione/contrasto:

MULTITASK vs SINGLETASK

PREDICTABILITY vs UNPREDICTABILITY

Attraverso quest’analisi vorrei riuscire a delineare, seppur sinteticamente i nuovi scenari sociali di fruizione della città (streetculture) ed i possibili ambiti di sviluppo nelle teorie dell’architettura.



TESTI PROPOSTI:


-Archilab
-Urban Drift

A presto aggiornamenti e notizie più complete...